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Incorporazione delle società Mof e Imof: punto all'ordine del giorno ritirato all'unanimità

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Il punto sul progetto di fusione per incorporazione di IMOF S.p.A. in MOF S.p.A. – entrambe partecipate dal Comune di Fondi rispettivamente con il 2.42% ed il 13.9% – è stato introdotto dal Sindaco De Meo, che ha premesso come tale progetto fosse previsto sin dall’inizio della costituzione delle due società non appena la società immobiliare IMOF avesse raggiunto l’obiettivo dell’ammodernamento e ampliamento del Centro Agroalimentare. De Meo ha dettagliatamente ripercorso tutte le vicende societarie di IMOF e MOF soffermandosi in particolare sul rapporto con il socio Regione Lazio che, in quanto proprietario della vecchia parte del mercato, realizzata dalla Cassa del Mezzogiorno, sulla base di atto di concessione ne aveva concesso l’uso alla società IMOF in ragione di un canone che all’epoca era stato stabilito per un importo di 200 milioni di Lire.

«Il progetto di ammodernamento ed ampliamento del MOF – ha precisato il Sindaco – è stato reso possibile grazie ad un finanziamento statale che prevedeva un contributo a fondo perduto del 40% e la restante parte ad un tasso agevolato per il quale gli operatori privati rappresentati dal Consorzio Euromof ne hanno assunto l’onere di restituzione. A fronte di tale impegno il Consorzio Euromof nel corso degli anni, in ragione di specifici piani economici finanziari approvati da tutti i soci delle società IMOF e MOF, è diventato parte di maggioranza».

Nel 2009, nonostante il relativo piano economico prevedesse l’impegno della Regione Lazio a restituire alla IMOF il valore delle migliorie apportate sulla vecchia parte del Mercato di proprietà della Regione medesima, viene messo in discussione il relativo canone di concessione d’uso della parte di proprietà regionale e in modo unilaterale la Regione determina un canone di gran lunga superiore a quello pattuito, generando un contenzioso per il quale è stata attivata la clausola arbitrale il cui lodo successivamente è stato impugnato dalla IMOF, in quanto il canone di concessione determinato per un importo di 340 mila Euro annui impattava comunque sul citato piano economico finanziario delle società IMOF e MOF, in cui si era invece considerato il canone inziale di circa 100 mila Euro.

«In tale difficile e contrastato rapporto tra la IMOF e la Regione Lazio – ha proseguito il Sindaco – riconosco all’Assessore Alessandra Sartore l’impegno che ha saputo dedicare a questa delicata vicenda, che risulta però ancora non definita perché al fine di riportare le due società in equilibrio finanziario è necessario procedere ad un preliminare e complessivo atto transattivo, agli atti di questo Consiglio, nel quale vengono definite le singole posizioni e si predispone lo scenario per procedere alla citata fusione per incorporazione delle due società. Il 27 Febbraio scorso la stessa Regione Lazio ha indicato in una memoria di Giunta termini e condizioni per definire prima la transazione e poi la fusione. Purtroppo ad oggi, a distanza di oltre due mesi dalla suddetta memoria di Giunta e nonostante in occasione dell’Assemblea dei soci IMOF dello scorso 2 Marzo l’Assessore Sartore avesse rassicurato in merito alle procedure previste, non abbiamo avuto alcun riscontro in merito ed il rischio che si corre è che l’operazione di fusione, dimensionata sul quadro finanziario del Settembre 2017, debba essere aggiornata alla luce del tempo trascorso e del mutato quadro finanziario».

De Meo ha poi precisato che il Comune di Fondi non ha partecipato alla citata Assemblea dei Soci del 2 Marzo scorso in quanto ne aveva chiesto il rinvio per poter consentire al Consiglio comunale di potersi esprimere in merito al progetto di fusione e per procedere alla modifica dello Statuto della società MOF nella parte relativa ai requisiti previsti per la nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione. Purtroppo l’Amministratore Addessi ha giustificato il diniego alla richiesta del Comune perché la Regione aveva necessità di definire subito il rapporto e procedere alla relativa transazione preliminare alla fusione e rinviato la proposta di modifica alla fase post-fusione.

A riguardo il Sindaco, rilevando che non si è verificata nessuna delle condizioni previste dalla Regione Lazio e propedeutiche alla fusione, ha proposto di rinviare l’approvazione del punto fino a quando la Regione Lazio non avrà definito la transazione e proceduto a quanto stabilito nella citata memoria di Giunta: «Ritengo che si debba attendere il primo e concreto passo da parte della Regione Lazio. Non possiamo non rilevare che quello che sembrava essere stato definito da una memoria di Giunta come un atto conclusivo così non è stato. Anzi, la concomitanza delle scorse elezioni regionali potrebbe indurre a pensare ad un semplice impegno politico. Dobbiamo prendere atto che, a prescindere dalla nostra decisione, la prevista fusione non potrà avvenire fino a quando la Regione non procederà alla transazione con la IMOF e la MOF, motivo per cui propongo di rinviarne l’approvazione».

Il Consigliere Mario Fiorillo si è dichiarato sorpreso dalla richiesta del Sindaco, perché in sede di Commissione, a fronte delle perplessità espresse dal PD in merito ad un’operazione che comunque non muta l’attuale governance in cui sono sempre i privati ad essere maggioranza, il Sindaco aveva invece spiegato che la transazione e la successiva fusione rappresentano l’unica soluzione possibile per ripristinare l’equilibrio finanziario di un sistema economico altrimenti destinato al collasso. A riguardo, pur condividendo la richiesta di rinvio, in attesa che si definiscano le diverse questioni in essere, ha ribadito ancora una volta le sue perplessità in quanto questo ulteriore tempo consolida sempre più la leadership dei privati mentre è urgente che il Comune indichi il proprio rappresentante per svolgere un ruolo di controllo e di proposizione.

Vincenzo Carnevale ha definito la proposta del Sindaco opportuna e ponderata: «Tale decisione non è da intendersi come una tutela del vecchio management, ma è comunque giusto attendere un’assunzione di responsabilità da parte della Regione. E’ impensabile che essa abbia proposto un preciso percorso prima delle elezioni, designato e insediato il proprio rappresentante che ha assunto la carica di Presidente del MOF ma che ad oggi la stessa Regione non riesce a concretizzare atti per i quali ha nominato anche un advisor che ne ha attestato l’assoluta convenienza. La Regione deve prendere una decisione vera e solo in questo modo potrà testimoniare il proprio reale interesse per il sistema MOF».

Luigi Parisella ha condiviso la proposta di rinvio, invitando il Consiglio comunale «a fare una riflessione politica più ampia che non potrà limitarsi ad una valutazione tecnica, in quanto il MOF riveste un ruolo importante per la nostra città e per tutto il comprensorio e non si possono ignorare anche le tensioni che si stanno registrando all’interno della componente privata, che intende favorire un cambiamento al proprio interno».

Secondo Bruno Sepe l’invito del Sindaco può essere accolto ma il Consigliere M5S ha sottolineato come il MOF, se vuole affrontare e superare le nuove sfide, deve necessariamente rivedere gli attuali dirigenti.

Al termine del dibattito sono giunte le conclusioni del Sindaco: «Sono convinto che la transazione e la successiva fusione siano l’unica soluzione possibile per far ripartire il sistema MOF ma ritengo che, a questo punto, il Comune debba pretendere un passo in avanti della Regione. Considerato che abbiamo deciso di mantenere la nostra partecipazione nel MOF, il nostro ruolo, pur avendo una quota minoritaria, deve essere considerato al pari degli altri soci. Vista l’importanza del MOF, le sue vicende, anche quelle del socio di parte privata, si riverberano inevitabilmente sul territorio. Il ritiro del punto non è un passo indietro per non prendere posizione, bensì un passo avanti affinché si verifichino determinate condizioni. Nei prossimi giorni chiederò al Presidente Zingaretti e all’Assessore Sartore di farsi promotori di un incontro tra i soci IMOF e MOF per mettere ciascuno davanti alle proprie responsabilità e spronarli a condividere la necessità di uscire da questo momento di estrema difficoltà, che sta purtroppo indebolendo il sistema economico anche da un punto di vista motivazionale. Riconosco al socio privato il merito di aver guidato con grandi sacrifici tutta la fase strutturale di ammodernamento e ampliamento ma credo che sia necessario aprire un confronto tra i soci, pubblici e privati, per condividere le azioni urgenti e opportune da mettere in campo per dare un nuovo slancio alla struttura. Prendo atto che la proposta del Comune di modificare lo Statuto al momento non può essere accolta e quindi prossimamente, previo espletamento di una procedura per acquisire le eventuali disponibilità di soggetti in possesso dei requisiti, procederò alla nomina del rappresentante del Comune».

La proposta di ritiro del punto è stata approvata all’unanimità.

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