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Monte San Biagio: dubbi sulle deleghe, la minoranza chiede un Consiglio straordinario

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I consiglieri Comunali di “Monte San Biagio Futura”, congiuntamente al consigliere Gesualdo Mirabella del gruppo “Siamo Monte San Biagio”, hanno presentato una richiesta di convocazione del Consiglio Comunale in sessione straordinaria, per proporre interrogazione a risposta orale circa le deleghe a consiglieri comunali e a soggetti esterni di cui il Sindaco Federico Carnevale ha dato comunicazione all’ultima seduta del 30 luglio 2019.

In tale riunione dell’assise civica, il Sindaco Carnevale comunicava l’attribuzione di 12 deleghe, di cui 4 conferite ai consiglieri comunali di maggioranza

  • Bianchi Oriano (coordinamento servizi società municipalizzata “Monticelli srl”)
  •  De Luca Claudio (verde pubblico, decoro e arredo urbano)
  •  Di Veglia Catia (pubblica istruzione)
  •  Pernarella Gioia (turismo e politiche comunitarie)

e ben 8 a delegati esterni:

  • Vitti Danila (bilancio e tributi),
  • Pernarella Romeo (sicurezza e protezione civile),
  • Colabello Luca (politiche agricole),
  • Di Crescenzo Marta (gestione patrimonio edifici pubblici e cimitero),
  • Pascale Giuseppe (cultura e politiche sociali per gli anziani),
  • Macchiusi Rosario (caccia e pesca),
  • Angelone Gerardo (politiche sociali per la disabilità),
  • La Rocca Riccardo (sport e tempo libero).

I consiglieri di opposizione, nell’articolata premessa dell’interrogazione presentata, evidenziano una corposa giurisprudenza dei TAR, del Consiglio di Stato e pareri del ministero dell’Interno da cui si evince che, le deleghe ai consiglieri comunali sono consentite al ricorrere di precisi presupposti, e, precisamente:

1) che tale figura sia prevista dallo Statuto Comunale, e che esso ne stabilisca la forma e il contenuto speciale sia nelle attribuzioni che nei limiti;

2) che il Consigliere non abbia attribuite deleghe generali, e che queste non devono essere di tipo assessoriale o ancora compiti di amministrazione attiva, ma limitata all'elaborazione e approfondimento di singoli studi su specifiche e determinate materie ed alla collaborazione circoscritta e finalizzata all'esame e trattazione particolare e contingente di situazioni locali;

3) che il Consigliere non partecipi e/o che non faccia parte della Giunta Comunale;

4) che il risultato delle sue attività non determini atti esterni della Pubblica Amministrazione Locale, ma costituisca approfondimento collaborativo per l'esercizio diretto delle proprie funzioni da parte del Sindaco che ne è titolare;

5) che non abbia poteri uguali a quelli degli Assessori e maggiori di quelli dei proprio omologhi Consiglieri Comunali, ma, soprattutto, non abbia poteri su dirigenti, funzionari e responsabili degli uffici e servizi.

La ratio di tali principi, è chiaramente quella di evitare che la funzione del consigliere comunale, ancorchè di maggioranza, venga snaturata e deviata dal compito che gli attribuisce la legge, di indirizzo e controllo sull’operato della giunta, creando un’impropria figura di “consigliere delegato”, che abbia un peso maggiore di quello degli altri consiglieri comunali, e che diventi una figura pressoché equiparabile all’assessore.

Tuttavia, contrariamente a quanto disposto dalla normativa di settore e dalla relativa giurisprudenza, il sindaco ha conferito a consiglieri e soggetti esterni delle deleghe a carattere generale e di contenuto tipicamente assessoriale, che comportano azioni di rilevanza esterna, quali quelle alla Pubblica Istruzione, alle Politiche Agricole e al Bilancio e Tributi.

Pertanto, poiché a tali delegati è preclusa ogni potere discrezionale, autonomia decisionale, capacità a rappresentare l’Ente, i casi sono due: o i consiglieri e i delegati esterni si comporteranno, di fatto, come assessori, e quindi opereranno illegittimamente, oppure, dovendo limitarsi a funzioni di studio e di approfondimento come prescrive la legge, la portata della loro azione sarà pressoché nulla.

La problematica assume dimensioni a dir poco preoccupanti per il settore bilancio: è paradossale che tale settore, che è l’essenza dell’amministrazion, sia stata affidata ad un soggetto esterno privo di qualsiasi potere, che non può nemmeno relazionarsi con la giunta, stante l’impossibilità di parteciparvi alle riunioni!

Analogo discorso vale per i settori della Pubblica Istruzione e delle Politiche Agricole: come verranno gestiti tali ambiti se i rispettivi delegati possono solo fungere da “consulenti”, senza alcuna autonomia, né potere decisionale, se non possono partecipare alle riunioni di giunta, nè realizzare alcuna azione di politica amministrativa e alcun atto di rilevanza esterna?

Chi rappresenterà il Sindaco nelle riunioni di area, nelle politiche comprensoriali, chi si interfaccerà con l’Ente Regionale, se questi delegati non possono in alcun modo farne le veci? Discorso a parte viene poi dedicato ad una delega esterna, conferita ad un ex candidata non eletta della lista di Carnevale, per la quale si prospetta un alquanto evidente conflitto di interessi…

A queste ed altre domande verrà chiamato a rispondere il Sindaco nel consiglio comunale appositamente richiesto dalle opposizioni.

Per quanto ci riguarda, la scelta del Sindaco ci appare alquanto improvvida ed irresponsabile, essendo evidente che i più importanti settori dell’amministrazione sono stati svuotati di contenuto, privati di efficacia concreta e strumentalmente utilizzati per accontentare candidati non eletti e attivisti di questa maggioranza, con conseguente grave pregiudizio per l’efficienza ed il buon andamento dell’amministrazione. Il tutto a discapito dell’efficacia amministrativa, e quindi, dei cittadini.

 

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