Nato da un colono patrizio romano di nome Venanzio, si distinse fin dalla fanciullezza per la rinunzia ai beni terreni per quelli del mondo celeste. Era ancora ragazzo, infatti, quando si votò all'astinenza perpetua: dalle carni, dalle bevande, dalle ricchezze, dai piaceri; da tutto insomma, e per tutta la vita. E a quel voto si mantenne sempre fedele, come conferma il suo primo biografo, San Gregorio Magno. In seguito Onorato costruì un monastero in territorio di Fondi, lungo la via Appia, ne divenne l'Abate e vide porsi sotto la sua guida molti religiosi ai quali insegnò i segreti della perfezione evangelica. Riusci' ad unirne ben 200, che seguirono volentieri il suo ammaestramento mettendosi alle sue dipendenze, dandosi la regola di vita che si può sintetizzare nel noto "ora et labora". A Fondi, Santo Onorato con la sua austera vita di santo e con la grandiosa opera, divenne per secoli un luminoso faro di fulgida luce che illuminò tutto il territorio, anche quello oltre i nostri confini. Radunò genti disperse intorno alle mura del monastero, cambiò le loro feroci e rozze abitudini insegnando l'arte della pace, la dignitа e la santitа del lavoro. Seppe vincolare i suoi confratelli allo studio, alla comunitа sociale, al fiorente cristianesimo, alla liturgia sacra, ai misteri divini. La fiorente vita del monastero fu dovuta anche alla sua posizione strategica posto sopra la sorgente dell'antico fiume Ligola, oggi san Magno, allo sbocco della Valle Vigna in direzione nord; ai piedi dell'antica Acquaviva, cioè Vallecorsa Vecchia, di cui restano ancora oggi imponenti rovine sulla sommitа del colle che divide la valle di Fondi da quella del Sacco. Di qui passavano per secoli carovane di mercanti e di pastori con perenne scambio di attivitа e di occasioni di vita e di crescita. La morte di Santo Onorato viene collocata verso il 530-540; il suo corpo riposò nella sua abbazia fino al 1215, quando il vescovo Roberto da Priverno fece trasferire le sue spoglie nella chiesa cattedrale di San Pietro di Fondi.