Sono sempre più numerose le persone che, dopo essere state licenziate, non riescono a reinserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. Soprattutto per chi ha una formazione molto scarna e ha ormai una certa età, è difficile acquisire le conoscenze necessarie per intraprendere una nuova esperienza. A tutte queste persone le varie regioni d’Italia, grazie a Fondi europei, hanno dato vita ad un progetto per il reinserimento lavorativo dei disoccupati. Le esperienze, naturalmente, variano di regione in regione così come era accaduto con Garanzia Giovani, il tirocinio finalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro dei neolaureati. In quest’ultimo caso, per esempio, le esperienze erano state incredibilmente più positive al Nord dove, i vari datori di lavoro, anticipavano ai tirocinanti le somme che poi avrebbero recuperato dalla Regione.
Così non è andata nel Lazio dove la protesta diventa ogni giorno sempre più accesa. Il contratto di ricollocazione over 30, per esempio, si è rivelato un clamoroso flop. Solo in provincia di Latina si parla di 290 persone, 210 iscritte al progetto tramite gli uffici di collocamento di Latina, Fondi e Formia e 80 per mezzo dei centri per l’impiego di Sezze e Cisterna. Nello specifico, sono 90 i tirocinanti vittime di questo “tirocinio beffa” tra gli iscritti al centro per l’impiego di Fondi.
Tutte le persone che vi hanno aderito infatti, avrebbero dovuto essere pagate per un periodo di formazione e rimborsare delle spese sostenute per frequentare le lezioni. Poi si sarebbe dovuto tenere un tirocinio e infine il famoso job day durante il quale i vari candidati avrebbero potuto sostenere un colloquio di lavoro. Quest’ultimo giorno, considerato il più importante da tutti coloro che hanno aderito, in quasi tutti i casi non si è tenuto e i rimborsi non sono ancora arrivati. Il più delle persone lamenta dunque di aver perso tempo e di non aver percepito le somme pattuite con un ulteriore aggravio della situazione economica di ciascun disoccupato.
Proprio come accaduto con Garanzia Giovani, anche se in ritardo, il denaro (circa mille euro) arriverà, le polemiche tuttavia riguardano l’inadeguatezza delle politiche per contrastare il fenomeno della disoccupazione. Basti pensare che il denaro speso per fare formazione, circa 8 euro a candidato, si è rivelato inutile anche perché gran parte dei partecipanti erano laureati e, dunque, avevano una formazione addirittura superiore a quella offerta dall’organizzazione. I non laureati, invece, non hanno avuto la possibilità di dare prova delle competenze acquisite in quanto il famoso jop day non si è mai tenuto.