Con il fiato sospeso fino al 16 maggio e una maggioranza delegittimata fino a sentenza definitiva. Questo è il futuro che si prospetta per Sperlonga, vittima - o per dirla con le parole dei magistrati – “parte offesa” nel processo che vede imputato il sindaco Cusani con le gravi accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti.
I fatti di cronaca sono ormai noti a tutti, ma la portata politica e amministrativa di ciò che sta accadendo forse non è chiara a molti. Sicuramente non è chiara ai consiglieri di maggioranza, i quali hanno dato sin da subito prova di estrema fedeltà a Cusani, anche dopo che il Gip e poi il Tribunale del Riesame, confermando le misure cautelari, hanno delineato un sistema di potere fatto di accordi tra politici e imprenditori e illegittime interferenze sul lavoro degli uffici comunali, volte a favorire gli interessi di pochi privati a scapito dell’interesse generale.
L’arresto di un sindaco, accusato di reati contro la pubblica amministrazione, dovrebbe indurre una maggioranza di governo a rispondere spontaneamente di quanto accaduto ai cittadini e a rassegnare le dimissioni, per ragioni che vanno dal rispetto dei cittadini e delle istituzioni alla volontà di non legare le sorti politiche di un paese alle vicende giudiziarie e personali del primo cittadino. Ma nulla di tutto questo è accaduto, perché ciò che altrove è considerato normale a Sperlonga diventa straordinario. Il risultato è una comunità in attesa, come troppo spesso accade, che sia la magistratura a decidere delle sue sorti, mentre è in corso un dramma collettivo da elaborare in distinte fasi: rifiuto, rabbia, negazione, depressione, accettazione.
La prima reazione a caldo è stata quella del rifiuto, dell’incredulità, del tentativo di minimizzare al grido “Presto Cusani uscirà dal carcere e tutto tornerà come prima”. Ma è durata poco e man mano che veniva alla luce il contenuto dell’ordinanza del giudice Cario, al rifiuto è subentrata la rabbia per una decisione ritenuta ingiusta, seguita poi da una fase di negazione per una situazione che era inimmaginabile fino a poche settimane prima. Si apre così la fase della depressione: le accuse nei confronti di Cusani sono gravi, la sua posizione è peggiorata con la confessione dell’imprenditore coinvolto nell’inchiesta e ha convinto la Procura di Latina a chiedere che si proceda con il giudizio immediato.
A questo punto è subentrata la fase dell’accettazione a cui non sono seguite le dovute, e comunque tardive, dimissioni.
Così, a settimane di totale immobilismo sono seguiti interventi confusi e tardivi in merito a problemi che noi abbiamo segnalato per mesi ma che sono sempre stati ignorati, nonché scelte politiche incoerenti e contraddittorie. La maggioranza, lamentando “gravissimi danni” subiti dal Comune di Sperlonga, ha deciso di costituire l’Ente parte civile nel processo per lottizzazione abusiva a carico di Cusani, salvo poi rifiutarsi di sottoscrivere la mozione di sfiducia da noi presentata al fine di consentirne quantomeno una discussione in aula.
Nel provvedimento che dispone il giudizio immediato per il sindaco sospeso, il comune di Sperlonga è indicato come parte offesa. Resta ora da chiedersi come intendano comportarsi i consiglieri di maggioranza. Staranno dalla parte dell’imputato Cusani oppure da quella della parte offesa? I danni che il nostro paese ha subito anche all’immagine a causa dell’inchiesta Tiberio sono innegabili e la scelta più logica e doverosa sarebbe quella di costituire il Comune parte civile anche nel processo che sta per iniziare, al fine di tutelare gli interessi della comunità. Una decisione che però non è così semplice e scontata, dal momento che lo stesso sindaco facente funzioni Faiola è indagato nello stesso procedimento. Altre amministrazioni, come quella del comune di Priverno, hanno già annunciato che si costituiranno parte civile nel processo Tiberio, ma dall’amministrazione di Sperlonga, quella più colpita dall’inchiesta, tutto tace. E mentre i consiglieri di maggioranza sono incerti sul da farsi, noi continuiamo a raccogliere il malessere e i problemi che ci vengono quotidianamente sottoposti dai cittadini.
Siamo consapevoli di essere diventati un punto di riferimento serio e credibile per molti cittadini e il nostro obiettivo è sempre stato il bene di Sperlonga, ma rimaniamo fermi sulla nostra posizione: Sperlonga deve recidere ogni legame con il passato, perché solo così potrà guardare avanti senza che la spada di Damocle della giustizia penda continuamente sulle sorti del paese e dell’intera comunità.