Le cause naturali che possono scatenare un incendio boschivo sono estremamente rare. La presenza di una gran quantità di combustibile, la vegetazione e l’aria non bastano da soli a provocare il fuoco.
Così i roghi, quando non dipendono da irresponsabilità o distrazione, sono quasi tutti dolosi, ossia appiccati con l’intenzione di radere al suolo la vegetazione. E questo è proprio quello che succede ogni anno, con l’inizio della bella stagione, nelle zone boschive, tra Fondi e Monte San Biagio. L’ultimo incendio risale a ieri sera, appiccato tra i monti fondani, in cui non si sa ancora con certezza quanti ettari di terreno siano stati divorati dalle fiamme, e con essi la fauna che vi sussiste.
Incendi che, purtroppo, si spiegano con la tradizione agropastorale che considera il fuoco un mezzo per procurarsi nuovo pascolo o, nel caso dei contadini, per rigenerare la fertilità del terreno. Gli strumenti principali per frenare la devastazione delle aree protette restano però l’applicazione di leggi per evitare la speculazione sulle aree incendiate, il rafforzamento dei divieti e l’istituzione del catasto regionale delle aree attraversate dal fuoco.