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Il Partito Democratico rilancia la ripubblicizzazione dell'acqua come bene comune

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Il Partito Democratico di Fondi esprime pieno sostegno ai sindaci del centrosinistra che hanno formalmente richiesto le dimissioni immediate della presidente di Acqualatina, Cinzia Marzoli, alla luce delle gravi incompatibilità emerse in seguito al fallimento della società pubblica Capo d’Anzio S.p.A., di cui Marzoli è stata amministratrice unica fino all’aprile 2024.

Come previsto dal Disciplinare per la nomina del CdA di Acqualatina, approvato nel 2015, non possono ricoprire incarichi coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione in imprese fallite o in liquidazione coatta nei tre esercizi precedenti. La posizione della presidente Marzoli rientra chiaramente in questa casistica, compromettendo l’affidabilità e la
trasparenza della governance di un ente che gestisce un bene essenziale come l’acqua.

Ma questa vicenda rappresenta solo l’ultimo segnale di una gestione fallimentare e opaca di Acqualatina S.p.A., che negli anni ha evidenziato gravi inefficienze, aumenti tariffari ingiustificati, manutenzione inadeguata della rete e una governance sempre più lontana dai cittadini e piegata a logiche privatistiche.

Per questo, il Partito Democratico di Fondi rilancia con forza la necessità di ripubblicizzare il servizio idrico integrato, per restituirlo al pieno controllo pubblico, liberandolo sia dalle logiche del profitto che dall’occupazione partitica.

La ripubblicizzazione è una scelta necessaria e non più rinviabile, per:

  • Garantire tariffe eque e un servizio efficiente, investendo nella manutenzione e nella sostenibilità; 
  • Restituire trasparenza e controllo democratico, coinvolgendo cittadini, associazioni e istituzioni locali;
  • Tutela dell’ambiente e delle risorse idriche, contrastando le perdite e promuovendo infrastrutture moderne e green.

Chiediamo che il nuovo ente pubblico che dovrà gestire il servizio sia indipendente, trasparente, guidato da competenze tecniche, con dirigenti selezionati tramite concorsi pubblici, e non più espressione di spartizioni partitiche. L’acqua è un diritto, non un business.

Solo una gestione pubblica, partecipata e libera da condizionamenti politici potrà garantire giustizia sociale, sostenibilità ambientale e rispetto per i cittadini. Rivolgiamo alle altre forze politiche della città un appello chiaro: sosteniamo insieme il percorso verso la ripubblicizzazione dell’acqua. È tempo di scegliere da che parte stare.

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