Continuano le iniziative della "Marcia dei silenziosi", il movimento contro la Bolkestein partito da Fondi che si è velocemente espanso a macchia d'olio in tutta Italia. Nella giornata di ieri, il promotore dell'Associazione Imprese Oggi ha deciso di scrivere un'accorata lettera al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che riportiamo integralmente:
Gentile Presidente,
chi Le scrive è attualmente Presidente della ASSOCIAZIONE PIETRO INGRAO e promotore della Associazione IMPRESE OGGI che insieme ad altre 11 Associazioni di Operatori sta organizzando la manifestazione nazionale degli ambulanti che si svolgerà a Roma il prossimo 28 settembre contro la Direttiva Bolkestein. Colgo l’occasione della Sua imminente visita all’Isola di Ventotene per lo svolgimento di un vertice internazionale con i Capi di Stato di Germania e di Francia sul futuro dell’Europa per rappresentarLe la problematica della applicazione al settore ambulante della Direttiva n. 2006/123/CE cosiddetta Bolkestein.
Mi permetto di scriverLe in quanto più e più volte Lei ha ribadito che una delle Sue principali preoccupazioni – se non la principale – è quella di creare nuova occupazione e sviluppo dell’economia nel nostro Paese. Si può dire che questo per Lei è stato, ed è tuttora, l’assillo principale che muove l’azione del Governo che Lei presiede.
Insieme ad altri operatori abbiamo promosso LA MARCIA DEI SILENZIOSI contro la Direttiva Bolkestein ed in difesa dei mercati che si è svolta a Fondi il 9 giugno u.s. a cui hanno partecipato circa 1.000 ambulanti dei mercati settimanali e giornalieri del Basso Lazio, della Toscana, della Campania e di Roma, alla quale hanno aderito anche le Amministrazioni Comunali ed i Sindaci di Cori, di Coreno Ausonio, di Lenola, di Maenza, di Monte S. Biagio, di Roccagorga, di S. Giorgio a Liri, di Spigno Saturnia e di SS. Cosma e Damiano.
Obiettivo della MARCIA DEI SILENZIOSI era quello di richiamare l’attenzione delle Istituzioni affinché assumessero delle iniziative urgenti atte a stralciare l’applicazione della Direttiva Bolkestein, ovvero dal D. Lgs. n. 59/2010, al settore ambulante. Ciò in quanto in conseguenza di detto Decreto e del conseguente Atto della Conferenza Stato Regioni del 5 luglio 2012 una intera categoria che coinvolge ben 196.000 piccole aziende ambulanti, di cui oltre 3.700 iscritte alle Camere di Commercio di Latina e di Frosinone – a cui si dovranno aggiungere i loro collaboratori familiari, dipendenti e l’indotto composto da una miriade di imprese artigiane, consulenti e fornitori – a partire dal 5 luglio 2017, ovvero tra 12 anni al massimo, cesserà la propria attività.
Presidente, stiamo parlando di un aggregato umano e di persone che coinvolge oltre 1 milione di persone (sicuramente molti di più e non di meno) che si muovono ogni giorno – con il vento e con la pioggia, con il freddo e con il sole più acerrimo d’estate - rendendo vive le piazze e le strade delle nostre città e dei nostri paesi in ogni angolo più sperduto d’Italia. Parliamo quindi di uno dei mestieri più tradizionali ed antichi che caratterizza e connota il commercio nel nostro paese e che sulla base di una errata applicazione dei nostri legislatori è stato assimilato ad altri settori che la Direttiva Bolkestein intende liberalizzare.
Insomma soltanto l’Italia (e con essa la Spagna) ha ritenuto che il suolo pubblico fosse una “risorsa limitata”, quasi come fosse una risorsa naturale come il petrolio, e quindi le concessioni di suolo pubblico rilasciate agli ambulanti per esercitare nei mercati (o nei posteggi isolati) sono state limitate nel tempo, fino al 5 luglio del 2017, dopodichè andranno messe a Bando per una assegnazione che durerà al massimo fino a 12 anni, ma che potrebbero addirittura ridursi a 7 anni nelle città turistiche o d’arte o nei posteggi isolati.
Dopodichè, un bel giorno (tra 12 anni al massimo!), 196.000 titolari di attività ambulanti metteranno la sveglia alle cinque del mattino, come fanno solitamente per recarsi nei mercati, soltanto che da quel giorno NON SARANNO PIU’ TITOLARI DI NULLA. Ed ogni ambulante per sperare di poter continuare ad esercitare nei mercati dove magari ha esercitato prima di lui il suo papà, dovrà partecipare ad un Bando con evidenza pubblica e quindi far fronte all’esborso di nuove ingenti risorse, con il rischio che altri acquistino le sue concessioni con le quali ha sostenuto se e la sua famiglia creando economia e sviluppo negli anni. Insomma dovrà ricominciare d’accapo, ripartendo da zero e riavviare la sua attività.
Quello che Le scrivo potrà sembrarLe assurdo ma è proprio ciò che lo Stato Italiano e le Regioni hanno stabilito e concordato con il pieno – colpevole – consenso delle Associazioni di Categoria, cioè con soggetti sempre più privi di rappresentanza della categoria e che mai hanno svolto una attività di consultazione e di informazione su quanto stavano decidendo in danno degli operatori ambulanti.
Senonchè negli ultimi mesi si è sviluppato in tutta Italia un enorme movimento di operatori che avendo preso coscienza del rischio che incombe sulle loro attività hanno dato vita a manifestazioni di protesta diffuse con le quali reclamano la messa in discussione degli accordi presi dalle Associazioni di Categoria ed in definitiva la fuoriuscita del settore ambulante dalla Direttiva Bolkestein.
Anche quattro Regioni (il Piemonte, la Lombardia, la Puglia e la Toscana) hanno approvato Proposte di Legge ed Ordini del Giorno con le quali chiedono al Parlamento ed al Governo di stralciare il commercio su aree pubbliche dal D. Lgs. n. 59/2010 per non condannare un intero settore alla morte certa tra 7, 9 o 12 anni.
Orbene, come Lei sicuramente saprà, tutto il mondo dell’ambulantato si sta mobilitando per lo svolgimento di una grande Manifestazione Nazionale che si svolgerà a Roma il prossimo 28 settembre con l’auspicio che il Governo da Lei presieduto ed il Parlamento esaminino le P.D.L. delle Regioni e dei Deputati Beccattini e Della Valle e quindi assumano iniziative urgenti per ridare futuro e certezze a chi non ha più futuro e non ha più certezze. E tutto questo, Le ripeto, per una duplice ed errata impostazione politica che ha inteso liberalizzare un settore sulla base di una discutibile assimilazione del suolo pubblico ad una risorsa naturale limitata.
La prego, Presidente, legga come ho fatto io per documentarmi, il Considerando della Direttiva Bolkestein e scoprirà che mai è citato il commercio ambulante (o su aree pubbliche) tra le categorie a cui la Direttiva intedeva applicarsi.
La prego, Presidente, inviti i suoi più stretti collaboratori a rivedere le proprie posizioni secondo cui sarebbe stata l’Europa ad imporci l’applicazione della Direttiva al settore ambulante e dunque sarebbe immutabile la posizione dell’Italia su questo argomento, perché ciò non corrisponde a verità.
Il suolo pubblico non è una risorsa “finita” ed esauribile come il petrolio perché un Sindaco od una Amministrazione possono decidere in ogni momento di Istituire nuovi mercati come –giusto per fare degli esempi - hanno fatto recentemente a Sabaudia o come intende fare il nuovo Sindaco di Cassino.
Presidente, come Le ho scritto, sono un ingraiano e devo a Pietro Ingrao la mia formazione politica, culturale ed una grande amicizia durata per circa quaranta anni fino agli ultimi suoi giorni di vita. Come Lei sa Pietro Ingrao nel 1990 diede alle stampe una lunga intervista al Prof. Nicola Tranfaglia che intitolò “LE COSE IMPOSSIBILI”. E spiegava, a chi gli chiedeva il perché di quel titolo, che nel mondo non vi sono cose impossibili da realizzare perché anche ciò che sembra un obiettivo impossibile con la lotta e l’impegno delle persone quell’obiettivo che sembra impossibile può rendersi possibile e realizzabile. Forse Ingrao era un utopista, ma poi per rendere concreto il suo pensiero faceva l’esempio delle 8 ore e del diritto di sciopero, per far capire che nell’ottocento ed agli inizi del ‘900 quei due obiettivi sembravano irrealizzabili e poi furono raggiunti dalle lotte del movimento operaio e sindacale.
Ora non voglio chiederLe che Lei oggi diventi un ingraiano come me, ma so che nella sua cultura e nella sua matrice politica scorre anche un rivolo di sangue che l’ha portata varie volte a citare Giorgio La Pira, grande intellettuale cattolico e Sindaco di Firenze legato da una profonda amicizia proprio con Pietro Ingrao, che per testimoniare quel suo legame partecipò persino ai suoi funerali.
Tutto ciò per invitarLa a rendere possibile una speranza che la politica – quella che Lei intende praticare con la P maiuscola – davanti ad un problema come questo non ripeta pappagallescamente la tiritera dell’Europa che “impone”perché quella è l’impostazione politica che sta alimentando di giorno in un giorno un solco verso la politica, che scava solchi sempre più profondi verso le Istituzioni e vede l’Europa non come un luogo delle libertà, della pace e delle opportunità, ma come una Istituzione lontana, tecnocrate e nemica delle piccole imprese.
Presidente, Si metta per un attimo nei panni di una mamma che vede il proprio figlio che si alza ogni mattina alle 5 per raggiungere il mercato e sa che dal prossimo anno incomincia il conto alla rovescia per la sua attività; si metta nei panni di quel ragazzo che magari vuole costruirsi una famiglia con la sua attività di ambulante ed invece sa che la sua piccola attività non avrà futuro; o si metta nei panni di un ambulante che superata la soglia dei 50 o 60 anni voleva cedere la sua attività e realizzare qualcosa ed invece scopre che il valore della sua imprese si riduce di giorno in giorno man mano che si avvicina quel maledetto 5 luglio del 2017 in cui dovrebbero svolgersi i famigerati Bandi tanto desiderati dalle Associazioni di Categoria.
Già, quelle Associazioni di categoria – sempre più scatole vuote prive di ogni rappresentanza effettiva degli operatori - che invece di tutelarlo e di informarlo su quanto accadeva, si sono “accomodate” al tavolo per imbastire il compromesso con le Istituzioni, rinunciando ad ogni iniziativa sindacale pur di garantirsi la gestione dei Bandi.
Guardi, Presidente, che non Le dico bugie e non rischio denunce per ciò che Le scrivo perché è proprio ciò che stanno proponendo ai Comuni della mia Provincia la FIVA e la Confcommercio: convenzioni, ben remunerate, per l’assistenza e la gestione dei Bandi del 2017. Che vergogna!!! Voglio perciò ardentemente sperare che Lei ridia una speranza a quella mamma, a quel giovane o a quell’ambulante più avanti nell’età, che la politica è quella che si interessa dei loro problemi, cerca di risolverli e non si gira dall’altra parte. Voglio ardentemente sperare che Lei anche in questa occasione – come già in altre che hanno interessato il futuro di lavoratori e di aziende – assuma una iniziativa forte ed autorevole per scongiurare i Bandi che dal 5 luglio 2017 condanneranno alla morte certa ben 196.000 piccole aziende ambulanti e convochi una riunione con le 11 Associazioni promotrici della Manifestazione Nazionale, in quanto realmente rappresentative, degli operatori ambulanti di tutta l’Italia. Sono certo che questa mia lettera aperta, che indirizzo per conoscenza anche al Presidente della Regione Lazio, verrà da Lei valutata con la dovuta attenzione poiché sono in ballo la vita stessa di centinaia di migliaia di famiglie che trovano sostentamento dal lavoro di commercio ambulante nelle varie forme, nei mercati settimanali, giornalieri e nelle fiere dell’Italia intiera. Con stima, in attesa di riscontro, Le porgo i miei più cordiali saluti ed auguri di buon lavoro e di buon Ferragosto.
Lenola, 12 agosto 2016 f.to Marrigo Rosato