Partecipa a FondiNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Al via la riqualificazione di "Villa Prato": tesoro rimasto nascosto per oltre due millenni

L'annuncio del delegato ai beni culturali Stefano D'Arcangelo

Condividi su:

Stefano D’Arcangelo: “Oltre alle straordinarie bellezze naturalistiche e paesaggistiche Sperlonga diventerà sempre  luogo di  grande attrazione storico-culturale”

Dopo l’ Odissea di Marmo costituita dal Museo Archeologico nazionale e dall’area archeologica Villa di Tiberio  Sperlonga aggiunge un nuovo “gioiello di famiglia” al suo grande patrimonio storico culturale e paesaggistico.

Si tratta, afferma  il delegato del Sindaco Stefano D’Arcangelo, di una operazione di rilevantissimo interesse storico-culturale che riporterà alla luce una rarissima tipologia costruttiva  dell’architettura romana connessa ad una struttura produttiva risalente al periodo medio-tardo repubblicano dl II° secolo a.C.,  che sta già suscitando grande attenzione da parte  di importanti e autorevoli studiosi, delle istituzioni archeologiche regionali e nazionali, nonché di prestigiosi Istituti  storico-culturali  sia nazionali che internazionali. In tal senso, dichiara D’Arcangelo, si segnalano in particolare importanti studi e ricerche  effettuate “sul campo”  dalla scuola francese di Roma  (Ecole  Francaise de Rome)  e da autorevoli archeologi olandesi .

L’intervento di recupero e valorizzazione di Villa Prato  prevede infatti  un insieme di azioni integrate ivi compresi nuovi scavi archeologici per i quali si avverte fin da ora una grande attesa da parte  dal mondo  accademico e dai ricercatori archeologici.

Insomma, dopo tantissimi anni di attesa e di  intoppi burocratici possiamo finalmente  dire  con soddisfazione che  le Amministrazioni comunali di Sperlonga (quelle precedenti e quella attuale  guidata dal Sindaco  Armando Cusani ) stanno  vincendo “sul campo” una grande sfida ; quella di far diventare Sperlonga una grande meta di eccellenza turistica, sapendo coniugare  armonicamente il proprio straordinario patrimonio storico-culturale e paesaggistico con lo sviluppo economico  e sociale, sfatando così quei  luoghi comuni, diffusi artificiosamente, che  ritengono incompatibili e antitetici  lo sviluppo economico con la salvaguardia ambientale del territorio.

Si tratta nella fattispecie, conclude D’Arcangelo, di un modello  di sviluppo già  “validato” che può benissimo essere esportato, senza alcuna pretesa,  anche in altre realtà territoriali  locali, regionali  e nazionali.     

Condividi su:

Seguici su Facebook