È stata respinta la nostra richiesta di disponibilità della sala consiliare per l’incontro pubblico che avremmo voluto tenere sabato 25 febbraio alle ore 16:00. L’incontro sarebbe stata l’occasione non solo per discutere della situazione politico-amministrativa di Sperlonga in seguito agli arresti avvenuti nell’ambito dell’inchiesta Tiberio, ma anche per fare un bilancio dell’attività consiliare degli ultimi mesi e rivolgere uno sguardo al futuro circa le prospettive di crescita e sviluppo per la nostra comunità.
Avevamo presentato la nostra richiesta circa 10 giorni fa e solo recentemente abbiamo appreso, attraverso una nota firmata dal segretario comunale, che “la richiesta, per motivi organizzativi, non può essere accolta nel giorno e nell’orario indicato in quanto l’Ente non è aperto nella giornata di sabato”. Evidentemente la memoria ci inganna quando ricordiamo che diverse volte, in passato, la sala consiliare ha ospitato incontri e convegni anche in giorni festivi e prefestivi. La cosa che ci ha lasciato perplessi , tuttavia, è un’altra. Nella sua risposta, il segretario comunale fa presente che per l’evento che intendiamo organizzare “è disponibile il sito culturale della ex Chiesa”. Questa gentile indicazione trasforma quello che sembra un tentativo, tra l’altro malriuscito, di giustificare il diniego alla nostra richiesta in una farsa degna di una repubblica delle banane.
Il segretario comunale ci spiega che la sala consiliare di Sperlonga non può ospitare eventi il sabato perché l’Ente è chiuso e suggerisce di utilizzare l’auditorium, dove da diversi mesi si svolgono i consigli comunali. In altre parole, il segretario certifica nero su bianco che, ad eccezione del primo, tutti i consigli comunali si sono svolti in una sede che non è la sede istituzionale dell’Assise cittadina. Ciò in palese violazione dell’art. 4 del Regolamento del Consiglio Comunale, a norma del quale “le sedute del Consiglio si tengono nella sala consiliare del Palazzo Municipale” e solo “in casi eccezionali il Presidente del Consiglio, sentito il parere del sindaco e dei capigruppo, può disporne la convocazione in luogo diverso”. La scorsa estate, tuttavia, senza alcun provvedimento ufficiale e senza apparenti motivi eccezionali, la maggioranza ha deciso, malgrado la nostra ferma e reiterata contrarietà, che i consigli comunali dovessero svolgersi nei locali della ex Chiesa.
Oggi, grazie alla nota del segretario comunale, scopriamo che le nostre censure erano fondate e che la sala consiliare è quella che si trova all’interno del palazzo Municipale. Del resto, sarebbe bastato un minimo di buon senso per capire che non può considerarsi aula consiliare una sala in cui i consiglieri eletti, chiamati a discutere e a prendere decisioni in rappresentanza di una comunità, non possono neanche guardarsi in faccia o possono farlo solo a condizione di dare le spalle ai cittadini, andando contro ogni regola basilare di confronto civile e democratico.
In sole 24 ore abbiamo assistito a un consiglio comunale mandato deserto, al diniego della disponibilità della sala consiliare, che già di per sé è una cosa gravissima, e alla certificazione che i consigli comunali si svolgono in una sede che non è quella indicata dalla legge.
In ogni caso, annunciamo che rinnoveremo la nostra richiesta, ma invitiamo la maggioranza ad assumersi la responsabilità delle proprie decisioni. Se non vuole concederci la sala consiliare deve spiegare il perché, se vuole tenere i consigli comunali in una sala inadatta devono motivare la loro scelta e se non vuole confrontarsi con la minoranza e con i cittadini deve avere il coraggio di dirlo apertamente. Continuare a sottrarsi al confronto e a nascondere la testa sotto la sabbia non fa altro che confermare i nostri dubbi sulle reali capacità di questa maggioranza di governare il paese in un momento così delicato.