Già da qualche mese si è sollevato il problema delle antiestetiche colature apparse da tempo sui gradoni dell’Anfiteatro di Piazza De Gasperi e la consigliera Maria Civita Paparello a nome del gruppo del Partito Democratico aveva presentato un'interrogazione in Consiglio comunale. Il Sindaco, in risposta, aveva affermato che l’ing. Mariorenzi, all’epoca direttore dei lavori per conto dell’Ente, stava raccogliendo la documentazione relativa al collaudo per le verifiche di rito. Successivamente, a seguito di un'ulteriore richiesta, il sindaco rispondeva che l'ingegner Mariorenzi congiuntamente ad un rappresentante dell’impresa, dopo un sopralluogo, aveva decretato che le colature dipendono dalla mancata manutenzione del sito da parte dell’Amministrazione. Alla discussione interveniva anche l’architetto Di Marco, dirigente dei Lavori Pubblici, suggerendo semplicisticamente una energica pulizia del sito con prodotti adeguati e idro-pulitrice.
Tale spiegazione non ci ha convinti, ci sembra assurdo che si debba di continuo far ripulire i gradoni di un'opera pubblica, concepita e progettata per essere esposta alle intemperie. Intanto cause e responsabilità del degrado sono rimaste oscure.
Per questo è stato necessario rivolgersi a nostri tecnici esterni per un parere autorevole, ed ecco la causa ipotizzata: “
Sotto la gradinata ci sono i depositi dei negozi e, prima della posa della copertina, è stato necessario impermeabilizzare e poi posare le lastre di pietra con della malta sopra questo strato impermeabile. Per questo l’acqua piovana, infiltrandosi tra i giunti dei lastroni, stagna a lungo tra questi e l’impermeabilizzazione tanto da sciogliere il calcio contenuto nella pietra calcarea dei lastroni che cola poi sulle lastre di piperino verticali, dando origine alla conseguente reazione chimica: l’acqua evapora e il carbonato di calcio permane. Si tratta esattamente dello stesso principio di formazione delle stalattiti. Si nota inoltre che, a favorire ulteriormente il processo, tanti lastroni sono posati con pendenza a contrario, causando ristagno delle acque piovane.
A questo punto sembra evidente che si tratti di un danno importante e permanente, che non potrà che accentuarsi con il tempo. Certo è che i materiali utilizzati per il rivestimento non erano forse adeguati e senza voler fare riferimento agli anfiteatri greci o romani che hanno più di duemila anni e non li dimostrano, la costruzione che è stata collaudata e consegnata meno di cinque anni fa rappresenta in maniera drammatica il modo in cui vengono spesi soldi pubblici, senza un vero controllo o peggio senza le necessarie competenze.
Se non ci sarà un intervento di ripristino da parte dell’impresa appaltatrice e il Comune si farà carico di porre rimedio al difetto, si prospetta in tutta evidenza l’ipotesi di un danno erariale.