Da Martedì 18 a Domenica 23 Settembre prossimi il sipario sull’edizione XVII del FONDIfilmFESTIVAL si alzerà come di consueto a Fondi nella Sala Lizzani del Complesso di San Domenico, futura sede del costituendo “Museo del Neorealismo”, recentemente istituito con legge della Regione Lazio.
Il FFF è come sempre organizzato dall’Associazione Giuseppe De Santis. Si avvale del sostegno di Regione Lazio, Comune di Fondi, Provincia di Latina, Conad Superstore e Banca Popolare di Fondi, del patrocinio di Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale Cinema, Parco Naturale Regionale Monti Ausoni e Lago di Fondi, Provincia di Frosinone, Comune di Patrica e della collaborazione del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale.
L’edizione 2018 del FFF, con la direzione artistica di Marco Grossi e l’organizzazione generale di Virginio Palazzo, ospita proiezioni di film, documentari e cortometraggi, incontri con registi, sceneggiatori e produttori, incontri con studenti degli Istituti Superiori e un concerto organizzato in collaborazione con il Fondi Music Festival.
La giornata inaugurale della rassegna di Fondi si aprirà con una doppia proiezione pomeridiana, che darà il via alla rassegna retrospettiva su Davide Ferrario, ospite della kermesse nella serata di Sabato 22.
Alle ore 16.30 di Martedì 18 è in programma “Piazza Garibaldi” (2011), uno dei documentari italiani più belli degli ultimi anni, un vero e proprio capolavoro, un intenso viaggio dal Nord al Sud della penisola che ripercorre l’itinerario dell’impresa dei Mille toccando le tappe principali della spedizione in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia per scoprire cosa è rimasto dell’idea di nazione, un grande road movie attraverso la storia e la geografia del Paese, cercando di rispondere a una domanda assillante: perché noi italiani non riusciamo più a immaginarci un futuro?
Seguirà alle 18.30 “Tutti giù per terra” (1997), tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe Culicchia, in cui Ferrario ha messo in scena la crisi di fine Novecento, lo scontro tra generazioni e il precariato. Il quarto lungometraggio del regista lombardo trapiantato a Torino è una commedia acida, grottesca, mai macchiettistica, dove la colonna sonora, oltre alla funzione ritmica, integra la storia ma soprattutto il personaggio, concorrendo a dare voce a tutta la rabbia e la frustrazione del protagonista Walter - interpretato da un Valerio Mastandrea agli inizi della carriera - diventando quasi una seconda voce narrante.
Alle ore 21.00 l’incontro con il regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì “aprirà” la sezione “Immagini dal lavoro”, con la successiva proiezione di “Il ritorno di Cagliostro” (2003), firmato a quattro mani con Franco Maresco. Il divertente lungometraggio è, prima di tutto, un film sul cinema stesso e sulla difficoltà del “fare cinema”, ma anche un’opera lucida e allucinata sulle conseguenze delle ossessioni e sulla corruzione, sulla Sicilia e sull’Italia tutta. La messa in scena è impavida e intransigente, in un formalismo sublime e repellente allo stesso tempo, post-pasoliniano e post-apocalittico, che esibisce e condanna i “vecchi e nuovi mostri” che ci assediano quotidianamente. Hanno affermato i due registi: «“Il ritorno di Cagliostro” è il nostro omaggio a tutti quegli uomini di cinema che dal cinema sono stati rovinati. Un film involontariamente autobiografico».