Quando diversi privati cittadini si presentano in Tribunale per costituirsi parte civile nel processo che vede imputato il sindaco del proprio Comune è evidente che il rapporto di fiducia tra il primo cittadino e la sua comunità è ormai finito.
Quando il Comune di Sperlonga, indicato come parte offesa nel processo, assume un avvocato non per costituirsi parte civile, ma per difendere l’operato degli imputati, significa che l’Amministrazione comunale non si fa scrupoli a spendere denaro pubblico per assumere una posizione che nulla ha a che vedere con gli interessi dei cittadini.
Stabilire l’innocenza o la colpevolezza del sindaco Cusani rispetto all’accusa di lottizzazione abusiva, è compito che spetta ai giudici. Quanto accaduto nel corso dell’udienza di ieri, però, rappresenta un elemento politico chiaro e ineludibile.
Dopo le dimissioni dell’assessore Maric, dopo la rinuncia alle deleghe di Kelany e Lancerin e dopo il deludente risultato per la lista sponsorizzata dal sindaco alle ultime elezioni regionali, la scelta di diversi privati di costituirsi parte civile nel processo relativo al Pianto Integrato che vede imputato Cusani, è l’ulteriore dimostrazione che il sindaco ha perso il sostegno e l’appoggio dei cittadini.
Sperlonga è un’anomalia sotto diversi punti di vista, ma ad apparire ancora più anomala è l’inerzia delle Istituzioni nei confronti di una comunità da troppo tempo vittima di sequestri, processi, inchieste per corruzione e appalti truccati e di un’inefficienza amministrativa che peggiora giorno dopo giorno.
Oltre all’Associazione Caponnetto, è stata ammessa come parte civile anche la Regione Lazio. Come gruppo consiliare abbiamo deciso di essere presenti al giudizio per tutelare tutti coloro che non si sentono rappresentati dall’attuale maggioranza e l’ennesima assurda decisione della Giunta di assumere un avvocato non per difendere gli interessi dei cittadini, ma quelli di Cusani, ci ha convinti ancora di più della necessità di questa scelta e della distanza che ci separa da questa maggioranza.
Se il sindaco ha commesso un reato, i primi a essere danneggiati sono i cittadini e il Comune, come parte offesa, dovrebbe essere il primo a costituirsi parte civile contro gli imputati per difendere gli interessi della comunità. Gli assessori nominati da Cusani, tuttavia, non hanno perso occasione per dimostrare la propria fedeltà al sindaco, spendendo il denaro dei cittadini per prendere le sue difese.
Al momento dell’approvazione del Piano Integrato in Consiglio comunale, Cusani ne sostenne le ragioni affermando: “l’attuazione dei programmi integrati e la realizzazione dei servizi in programma porteranno senz’altro un aumento della popolazione anche nei mesi invernali a Sperlonga.”
L’esito del processo dirà se il primo cittadino è colpevole o meno, ma non serve attendere la sentenza per avere la prova che le sue promesse ai cittadini di Sperlonga sono state tradite. La realtà basta da sola a trarre le conclusioni dell’operato del sindaco Cusani e della sua maggioranza.