La trasparenza, a Sperlonga, non esiste. Da quanto sta emergendo nel corso del processo per lottizzazione abusiva nell’ambito del Piano Integrato si scopre che le Forze dell’Ordine sono anch’esse vittime di un sistema amministrativo poco trasparente, che si appella alla tutela della privacy per sottrarsi a qualsiasi forma di controllo.
Durante la deposizione del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Sperlonga è emerso che il Comune di Sperlonga ha negato ai Militari dell’Arma l’accesso al database anagrafico, chiedendo un parere al Garante della Privacy. Sarà una coincidenza, ma la motivazione è la stessa che il responsabile del settore finanziario, la dottoressa Ilario, utilizza per negare al nostro gruppo consiliare il diritto di ottenere le credenziali di accesso al sistema informatico del Comune per la consultazione degli atti.
In questo caso, la limitazione non riguarda i diritti dei consiglieri di minoranza, ma la fondamentale attività di controllo e d’indagine svolta dalle forze dell’ordine. Anche il fatto che tale circostanza sia emersa proprio nell’ambito di un processo che vede tra gli imputati il sindaco di Sperlonga potrebbe considerarsi una coincidenza, se non fosse che, a questo punto, le coincidenze cominciano a essere troppe.
Quanto sta accadendo è l’ennesima conferma che il ruolo di sindaco e la condizione di imputato in diversi procedimenti penali sono due posizioni assolutamente incompatibili tra loro, sintomo di un chiaro conflitto d’interessi che continua a danneggiare il nostro paese e a impedire qualsiasi tipo di sviluppo, produttivo, economico e sociale.
Consapevoli di tutto questo, abbiamo depositato un’interrogazione per chiedere spiegazioni al sindaco in merito alla decisione di negare l’accesso ai Carabinieri al database anagrafico del Comune di Sperlonga.
Nella seduta dell’ultimo consiglio comunale, il sindaco Cusani si è scagliato contro la nostra mozione per l’istituzione di una commissione speciale per il Piano Integrato, sostenendo che non si farà processare due volte. La verità è che, oltre al giudizio penale che compete alla magistratura, vi è un giudizio politico a cui il primo cittadino non può sottrarsi e che lo chiama a rispondere dei danni che il suo malgoverno ha causato alla nostra comunità .
Il Piano Integrato rappresenta un’occasione mancata di crescita economica e sociale per il paese. Un piano di sviluppo che si è rivelato una mera speculazione edilizia a vantaggio di pochi e a danno di tante famiglie e di tanti imprenditori di Sperlonga, che oggi si trovano costretti a trasferirsi altrove.
La nostra comunità si sta spopolando e il paese sta morendo. Questa è la principale responsabilità politica di cui il sindaco Cusani e le maggioranze che lo hanno sostenuto negli ultimi 20 anni sono chiamati a rispondere davanti ai cittadini di Sperlonga.