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Sperlonga Cambia sulle spiagge libere: "Pochi ombrelloni, poco turismo e molte incertezze"

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Sperlonga è un paese che vive di turismo balneare. Per questo motivo l’ordinanza del sindaco Cusani, che di fatto elimina quasi del tutto la possibilità di usufruire delle spiagge libere presenti in paese, è una scelta sbagliata e dannosa.

Ogni cittadino ha diritto di andare al mare e di scegliere come farlo, se godere dei servizi offerti dagli stabilimenti balneari o se usufruire dei tratti di spiaggia libera. L’ordinanza emanata dal sindaco Cusani limita in maniera drastica questi diritti e rischi di produrre effetti discriminatori tra i cittadini.

Le spiagge libere presenti sul nostro litorale, sia dal lato Levante che dal lato Ponente, hanno dimensioni ridotte, soprattutto nella zona centrale del paese. Vietare la sosta nei tratti di spiaggia dove ci sono accessi al mare, e dove lo spazio tra i lidi è meno di 20 metri, significa interdire praticamente tutti i tratti di spiaggia libera presenti nel centro abitato, rendendoli di fatto inutilizzabili e costringendo chi non vuole rinunciare ad andare al mare a uscire dal paese. Questa decisione si traduce in un danno per i cittadini di Sperlonga, per i villeggianti e per l’intero settore turistico.

Un’amministrazione che non ha mai puntato su forme alternative di turismo, che ignora le potenzialità derivanti dallo sviluppo integrato di altri settori, come quello culturale, agricolo e enogastronomico, si concede il lusso di danneggiare anche il turismo balneare, l’unico settore attivo nel nostro paese e tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria ed economica.

In questo contesto, la domanda che ci poniamo da anni appare più attuale che mai: qual è l’offerta turistica di Sperlonga se non è possibile andare al mare?

Non solo. La pessima ordinanza firmata dal sindaco Cusani si limita a stabilire divieti e a prevedere dei controlli giornalieri per garantire il distanziamento sociale, ma non dice nulla su quella che sarà la gestione delle spiagge e degli ingressi.

Le Linee Guida delle Regione Lazio, al contrario, suggeriscono di prevedere la presenza fissa di un addetto alla sorveglianza e per la gestione delle spiagge libere la Giunta Zingaretti ha stanziato delle risorse da destinare ai Comun, che nel caso di Sperlonga saranno pari a 100.000 euro.

L’ordinanza del Cusani non solo non prevede la presenza di un addetto alla sorveglianza, ma si limita a stabilire che verrà installata una segnaletica per far rispettare il distanziamento sociale. Questo non è sufficiente.

Il Comune di Sperlonga può vantare 6 chilometri di costa, con spiagge bianche e mare cristallino. Il successo turistico del nostro paese è frutto della natura e degli sforzi dei titolari degli stabilimenti balneari che offrono un servizio di qualità. L’equilibrio tra spiagge libere e gestione dei lidi attraverso le concessioni demaniali rappresenta la vera forza del nostro paese, un equilibrio delicato che non può essere cancellato dall’oggi al domani. Per risollevare la nostra economia e per affrontare la stagione estiva, c’è bisogno di trovare il giusto compromesso tra le esigenze del settore turistico e la necessità di garantire salute e sicurezza. Tutto questo è possibile solo attraverso regole chiare e un’organizzazione efficiente, che consentano a cittadini e turisti di godere appieno delle bellezze del nostro paese in condizioni di sicurezza. L’ordinanza emanata dal sindaco Cusani non solo va nella direzione opposta, rendendo inaccessibili molti tratti di spiaggia libera del nostro paese, ma rischia di dare il colpo di grazia a un settore che sta tentando di rialzarsi.

 

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