In data 20 aprile 2020 il Circolo Intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio”, dopo le drastiche potature effettuate nei mesi precedenti sui lecci siti in piazza Unità d'Italia, nei pressi della statua di S. Rocco, inviava per conoscenza al comune di Fondi, Monte San Biagio, Itri, Lenola, Sperlonga e Campodimele il decreto legge 10 marzo 2020 sui "criteri minimi per il servizio di gestione del verde pubblico“, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 4 aprile 2020.
Tale decreto vieta di fatto la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi, creano nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione e rovinano irrimediabilmente il patrimonio arboreo. Il documento spiega che “per garantire l’approccio strategico di medio-lungo periodo, è essenziale che le stazioni appaltanti, in particolare le amministrazioni comunali, siano in possesso e applichino concretamente strumenti di gestione del verde pubblico come il censimento del verde, il piano del verde, il regolamento del verde pubblico e il bilancio arboreo che rappresentano la base per una corretta gestione sostenibile del verde urbano”.
Nelle settimane scorse sono invece state effettuate nuovamente potature drastiche alle piante di Acero, poste in viale Regina Margherita, riducendone il volume fino a dimensioni eccessivamente piccole per una specie arborea.
Successivamente è stata effettuata la potatura delle Magnolia grandiflora posta in via O. Occorsio, anche qui con drastica riduzione del volume, capitozzando rami fino a ridurli a monconi.
Non possiamo anche segnalare come vengano gestiti da diversi anni i Lecci posti lungo la strada statale Appia, in Corso Italia che, pur essendo alberi con oltre 20 anni di vita, mostrano una chioma dello stesso volume di quando sono stati messi a dimora.
I danni provocati agli alberi capitozzati sono soprattutto anatomici e fisiologici. Si crede erroneamente che un albero capitozzato richieda interventi minori: in realtà accade l’opposto. Un albero capitozzato è più facilmente predisposto a rotture, diventando in questo caso effettivamente pericoloso. La capitozzatura, soprattutto come azione ordinaria, è riconosciuta come una pratica inaccettabile. Infine si ricorda che, con il taglio a capitozzo, l'albero perde irrimediabilmente l'originale forma e bellezza dovuta al portamento naturale tipico della specie di appartenenza.
Chiediamo di rispondere con una nota ufficiale a questa nostra comunicazione, spiegando come mai si continui a ricorrere all’ordinaria capitozzatura degli alberi anche dopo che diverse relazioni ministeriali e tecniche hanno ribadito i danni seri a lungo termine arrecati alla pianta, con inevitabili danni ecologici e perdita dei servizi ecosistemici degli alberi.