Entrambe le proiezioni pomeridiane di Venerdì 26 Settembre proposte dal FONDIfilmFESTIVAL, alla sua XIII edizione, sono inserite nella sezione “Immagini dal lavoro”, retrospettiva di film e documentari sul tema del lavoro, uno dei motivi ricorrenti del cinema di Giuseppe De Santis.
Aprirà la giornata alle ore 17.00 “L’ultimo pastore” (2012) di Marco Bonfanti, che racconta la storia incredibile di Renato Zucchelli, l’ultimo pastore rimasto in una metropoli. Renato ha un sogno: portare il suo gregge nel centro inaccessibile della città per incontrare i bambini che non lo hanno mai visto, mostrando loro che la libertà e i sogni saranno sempre possibili finché ci sarà spazio per credere in un ultimo pastore… che conquista la città con il suo gregge e con la sola forza della sua fantasia. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha attribuito alla pellicola di Bonfanti il Premio quale Miglior Film dell’anno.
Tre storie di disperata comicità sono raccontate in “Benur. Un gladiatore in affitto” (2013) di Massimo Andrei – proposto alle ore 18.00 –, dove emerge la contraddizione tra la Roma attuale, quella della crisi, dello sfruttamento, degli immigrati, e la Roma antica dei fasti imperiali. La commedia, dal sapore dolce-amaro, offre importanti spunti di riflessione e una prospettiva per nulla banale sulla società italiana contemporanea.
Altro importante appuntamento è quello delle ore 21.00, quando sarà ricordato il grande artista Nino Manfredi nel decennale della scomparsa, alla presenza della moglie Erminia e del regista Giuliano Montaldo che lo diresse ne “Il giocattolo” (1979), film “invisibile” per problemi di diritti che sarà proiettato al termine dell’incontro nell’unica copia digitale disponibile, di proprietà dello stesso Montaldo. Nino (Saturnino) Manfredi, laureato che si “fingeva” di umili origini, consacrato dal pubblico con le sue commedie sull’Italia della provincia degli anni Cinquanta, era uno dei “colonnelli” della risata, insieme a Sordi, Gassman e Tognazzi. Orgoglioso di essere nato in Ciociaria (Castro dei Volsci, 1921), aveva studiato Giurisprudenza e poi si era iscritto all’Accademia d’Arte Drammatica. Il suo debutto in teatro è datato 1947.
Pochi anni dopo inizia a lavorare come doppiatore cinematografico. Nel frattempo torna sul palco con la compagnia di Wanda Osiris, per passare alla commedia musicale accanto a Delia Scala e Paolo Panelli, con i quali condusse la storica edizione 1959-60 di “Canzonissima”. Fu “L’impiegato” (1960) di Gianni Puccini il primo film di spicco nella sua carriera, seguito da numerose e indimenticabili interpretazioni, tra le quali si ricordano quelle in “Anni ruggenti” (1962) di Zampa, “Straziami ma di baci saziami” (1968) e “Vedo nudo” (1969) di Risi, “Roma bene” (1971) di Lizzani, “Lo chiameremo Andrea” (1972) di De Sica, “C’eravamo tanto amati” (1974) e “Brutti sporchi e cattivi” (1976) di Scola, “In nome del Papa Re” (1977) di Magni, “Il giocattolo” di Montaldo (1979), “Café Express” (1980) di Loy, “Nudo di donna” (1981), avviato in co-regia con Lattuada e terminato in proprio. Tra i ruoli a cui era più affezionato, quelli in “Pane e cioccolata” (1973) di Brusati e, prima ancora, in “Per grazia ricevuta” da lui stesso diretto nel 1970. Da regista aveva firmato anche “L’avventura di un soldato” (1962) – episodio del lungometraggio “L’amore difficile” – su testo di Italo Calvino, il racconto di un incontro tra un militare e una ragazza nello scompartimento di un treno. Intanto non aveva abbandonato il teatro, suo primo amore, portando sulle scene “Rugantino” (1963) di Garinei e Giovannini, né la televisione, dando il volto a Geppetto nel “Pinocchio” (1972) di Comencini.
Tutti gli appuntamenti di Venerdì 26 si svolgeranno nella nuova Sala di proiezione intitolata a Carlo Lizzani e situata al pianterreno del Complesso di San Domenico.
Marco Grossi
Segretario
Associazione Giuseppe De Santis