Nella Seduta di Consiglio Comunale di Venerdì scorso è stato votato il Piano Economico Finanziario TARI 2020, con un ritardo di cui i Cittadini devono essere messi a conoscenza. La prossima sfida può essere quella della “contabilizzazione del rifiuto”. Per questo Francesco Ciccone, Consigliere Comunale di Fondi Vera, nel suo intervento ha tenuto a ribadire la richiesta del nostro Movimento di Partecipazione Politica: non più una presunzione di conferimento di rifiuti, non più calcoli sul criterio dei metri quadrati dell’immobile di residenza, perché l’utente paghi per quanto indifferenziato produce.
Questo il suo intervento integrale.
Egregio Signor Sindaco, pregiatissimo Presidente del Consiglio Comunale, questa assise si riunisce proprio oggi, 12 Marzo, giornata di scadenza del termine ultimo per partecipare ad un importante Bando promosso dalla Regione Lazio e riservato a tutti i Comuni interessati ad applicare una Tariffa Puntuale relativamente alla Raccolta Differenziata.
Ironia della sorte noi ci ritroviamo, invece, a discutere di un Piano Economico Finanziario che dovrebbe essere in realtà già consolidato. Il perché di questo clamoroso ritardo è prontamente espresso nello schema di Delibera che ci apprestiamo a votare, ma occorre spiegarlo per bene ai nostri concittadini.
La De Vizia Transfer SpA, che dal 9 Maggio 2016 ha stipulato un contratto con il Comune di Fondi per l’appalto del servizio di raccolta, trasporto e conferimento dei rifiuti urbani e assimilati, differenziata porta a porta, servizio di spazzamento stradale e altri servizi accessori, ha ritenuto inizialmente di non dover corrispondere all’ente territoriale di competenza, ovvero il Comune di Fondi, il proprio Piano economico Finanziario.
La querelle è iniziata il 23 Ottobre 2019, con gli uffici che chiedono al gestore la predisposizione del PEF, ricevendo una risposta il 9 Dicembre dello stesso anno, con cui la De Vizia non ritenendosi affidataria del servizio integrato si diceva non obbligata alla redazione del piano. Salvo ripensarci a Marzo 2020, comunicando che stava procedendo alla predisposizione dello stesso, inoltrato però al nostro Comune soltanto nove mesi dopo, per la precisione il 9 Dicembre 2020. Con un ritardo, quindi, di 14 mesi dalla prima richiesta dell’ente.
Voglio per questo, prima di ogni altra cosa, chiedere al Sindaco ed all’Assessore all’Ambiente di richiamare ufficialmente la De Vizia al rispetto dei ruoli e dell’appalto stipulato ormai cinque anni fa. Nell’interesse delle parti ma soprattutto della cittadinanza che, anno dopo anno, ha garantito una particolare attitudine alla rivoluzione della Raccolta Differenziata introdotta. Con risultati lusinghieri che, oggi come oggi, ci impongono l’obiettivo di una Tariffa Puntuale, come richiesto a più riprese anche da associazioni di consumatori ed organizzazioni ambientaliste, su tutte Fare Verde e Legambiente.
Se l’ARERA Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente dovesse decidere di ammonire la De Vizia o addirittura multarla per il ritardo nell’elaborazione del PEF, mi auguro non siano i fondani a dover pagare un prezzo che non meritano di doversi sobbarcare, anzi.
L’azienda conta oggi su 73 unità lavorative,, di cui 20 autisti (che a causa di strade dissestate non hanno accesso in tutte le zone del territorio e costringono i cittadini-residenti a dover portare e riprendere poi i mastelli della differenziata a centinaia di metri da casa), 1 responsabile, 3 coordinatori, 47 operatori raccoglitori, 2 meccanici. Un esercito che risponde alle esigenze di circa 39mila concittadini. Oltre 14mila nuclei familiari ogni giorno differenziano i propri rifiuti, eppure negli ultimi anni, nonostante percentuali che proiettano Fondi nell’olimpo dei “Comuni Ricicloni”, le tariffe non accennano a diminuire.
A queste domande la De Vizia dovrà dare risposte.
Perché quando si affida ad un privato un appalto oneroso, è doveroso da parte dell’Amministrazione committente accertarsi che i propri Cittadini paghino la tassa sui rifiuti nei tempi previsti, tra l’altro pretesa anche in questo periodo di grave disagio economico collettivo, ma siano correttamente serviti, nel rispetto delle regole ordinarie e straordinarie, senza se e senza ma.
Tra le numerose segnalazioni ricevute dai Cittadini, un disagio che ho raccolto da molti è l’oggettiva difficoltà a conferire ingombranti nelle isole ecologiche preposte, o ad usufruire del servizio di ritiro a domicilio per orari incompatibili con i propri impegni di lavoro. Questo spesso comporta, da parte di chi non ha un innato senso civico, l’abbandono di rifiuti ingombranti e raee nelle nostre campagne, anche vicino a corsi d’acqua, deturpando l’ambiente sia nella sua bellezza che nella sua morfologia e composizione organica originaria, contribuendo a volte anche ad un inquinamento imperituro. A tal proposito suggerisco a questa assise come pure alla stessa De Vizia, di prendere in considerazione il modello della vicina Formia, dove l’azienda municipalizzata, “Formia Rifiuti Zero”, in collaborazione con la Protezione Civile e le associazioni ambientaliste, porta avanti già da due anni un progetto che da la possibilità, una volta al mese, solitamente la Domenica, ai Cittadini che non riescono a fare altrimenti, di conferire in una località scelta e comunicata attraverso manifesti e social dagli organizzatori, sempre diversa per venire incontro ad ogni zona della Città, tutti quei rifiuti che non sono differenziabili e che solitamente andrebbero portati nelle isole ecologiche.
Il percorso che auspico sia intrapreso è quello che possa condurci non soltanto a rispettare il principio secondo cui “chi inquina paga”, come recita la delibera, bensì “chi differenzia paga il giusto”, che presuppone un definitivo salto di qualità nella gestione del servizio, ed un giusto riconoscimento agli sforzi concreti di una Comunità che ha saputo adeguarsi, come dicevo in precedenza, ad una rivoluzione delle abitudini. Migliorare le performance di differenziata ogni anno, se possibile. Diminuire la produzione di rifiuti, far sì che i Cittadini godano di una tariffa commisurata ai rifiuti prodotti. Questi gli obiettivi da perseguire.
È tempo di determinare una tariffa che sia proporzionale, almeno in parte, alla fruizione del servizio di raccolta rifiuti. Con il reale volume e peso dei singoli svuotamenti dell’utenza. Non più in base ad una presunzione di conferimento di rifiuti, non più calcoli sul criterio dei metri quadrati dell’immobile di residenza, perché l’utente paghi per quanto indifferenziato produce. Quindi un principio nuovo, ovvero “meno rifiuti indifferenziati produci, meno spenderai”.
Con la Tariffa Puntuale possiamo porre un freno alle penalizzazioni delle famiglie a basso reddito, e premiamo chi sa ridurre i rifiuti indifferenziati. Premiamo i comportamenti virtuosi e riduciamo al minimo i rifiuti non riciclabili. Con una tariffa equa e trasparente, e una misurazione del comportamento virtuoso attraverso un sistema di lettura elettronico.
La prossima sfida può essere quella della “contabilizzazione del rifiuto”. In molti comuni con la raccolta porta a porta, e potremmo farlo iniziando da un quartiere in maniera sperimentale, i bidoncini sono dotati di un chip per il riconoscimento degli utenti. Un sistema semplice ed efficace, che ha superato anche quello della chiave elettronica o tessera associata con cui in altri centri si utilizzano i cassonetti con riconoscimento dell’utenza.