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Omicidio Coviello: Arianna Magistri resta ai domiciliari

Per la difesa dimostrata l'infondatezza della premeditazione

La Redazione
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Resta ai domiciliari Arianna Magistri, la donna accusata di aver assassinato la collega di lavoro Anna Lucia Coviello lo scorso 14 giugno nelle scale del multipiano di Sperlonga. Nonostante la grave accusa, omicidio volontario aggravato da futili motivi e da stalking, il tribunale del Riesame di Roma ha rigettato la richiesta di una misura cautelare più restrittiva avanzata dal pm Luigia Spinelli. Secondo i legali della donna, Pasquale Cardillo Cupo e Francesca Tallini, perché grazie agli esami da laboratorio e alle prove raccolte dalla difesa, è stata dimostrata l’infondatezza della premeditazione. Di diverso avviso i familiari che hanno affidato le proprie dichiarazioni ad una nota che riportiamo integralmente:

I famigliari di Anna Lucia Coviello tengono a sottolineare che la decisione del Tribunale del riesame di Roma, che questa mattina ha confermato la misura cautelare custodiale disposta dal GIP di Latina, a giugno scorso, nei confronti di Arianna Magistri, conferma le ipotesi di reato formulate dall’accusa e le rafforza. Il Tribunale del riesame ha ritenuto tuttora sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari (ossia pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga e pericolo di inquinamento delle prove) che legittimano gli arresti domiciliari, misura di restrizione della libertà personale. La posizione espressa a giugno dal GIP, e oggi confermata in appello, è infatti nel senso che “nessun dubbio può residuare circa la volontà omicidiaria della Magistri”. Va ricordato che la privazione della libertà personale accomuna la custodia in carcere e quella ai domiciliari, misure tra loro equivalenti. La scelta tra l’una e l’altra misura dipende, quindi, soltanto dall’intensità delle esigenze cautelari (reiterazione del reato, pericolo di fuga e inquinamento delle prove) che i giudici hanno ritenuto soddisfatte dagli arresti domiciliari. Nulla muta quindi per quanto riguarda la gravità dei fatti di cui è accusata Arianna Magistri, che il GIP ha ritenuto autrice di “un’aggressione di inaudita violenza”. La decisione del Tribunale è una scelta particolarmente garantista, che la famiglia accoglie con serenità, riponendo la massima fiducia negli organi di giustizia. La famiglia di Anna Lucia Coviello

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