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Monte San Biagio: poniamo le tre domande a Teodorico Di Vezza

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Proseguiamo la serie di interviste ai candidati alle Elezioni Comunali con Di Vezza Teodorico.

Redazione: Visto che il centro storico del paese è quasi un deserto, cosa avete intenzione di fare per risolvere questa situazione?

Teodorico Di Vezza: Noi siamo coscienti da sempre che vanno fatti interventi che vanno verso  il recupero della parte alta del centro storico. Nel mio precedente mandato mi sono preoccupato di migliorare la vivibilità del centro storico, infatti i trattorini a cingoli che ancora vengono utilizzati, sono stati una mia iniziativa personale, che poi è stato accolta favorevolmente, ma quella è stato solo un paliativo, non era strutturale e non poteva certo modificare la vita degli abianti del centro storico. Noi abbiamo cercato di capire come vanno incentivate le attività che stanno nel centro storico, e tutte quelle che vi ruotano intorno, come via Roma, viale Littoria etc. I problemi sono di diversa natura, perchè questo paese rimane senza abitanti, senza vita, senza nulla? La risposta sta soprattutto nel disagio di vivere il minimo, sta diventando sempre più caotico nonostante la vita sia assente. Vanno fatti degli interventi, non tanto nello specifico del centro storico, che va certamente recuperato per altre finalità e per altri motivi, ma a ridosso dello stesso, che danno la possibilità a chi vuole vivere nel centro storico, di avere una vita tranquilla. Abbiamo pensato a degli interventi, da compiere nell'arco del mandato, che risolvessero questo tipo di problematica, e cioè liberare soprattutto la viabilità; le strade devono essere fruibili e devono essere tranquilamente utilizzate senza fare continue manovre; decongestionare il traffico tramite un qualche intervento, anche se al momento non sappiamo dove sia realizzabile, sia a livello di vincoli, sia a livello di miglor fruibilità, ma tra la zona dell I rampa e Madonna della Ripa, va realizzato un parcheggio, non da 20/25 posti che non risolverebbe nulla, ma da almeno 150 posti, magari con la possibilità di realizzare un secondo belvedere, ulteriore a quello esistente. Inoltre, se riuscissimo a recuperare, a livello di patrimonio edilizio, le tantissime abitazioni che oggi vivono in situazione di precarietà statica, sensibilizzando i proprietari, se vogliono tenere queste unità le devono sistemare, in modo che non creino pericolo e disagio per la popolazione, trovando il sistema di far partecipare il proprietario, con qualcuno che è disposto ad investire seriamente sul territorio, assolutamente non a livello speculativo. Insieme alla vita che si riesce a riportare, anche se sono convinto che sia importante l'abbattimento delle barriere architettoniche, perchè non è possibile, che se uno vuole arrivare al castello dall'interno sia impossibilitato a farlo, il territorio del centro storico diventerà polo di attrazione per tutti i cittadini che vivono a ridosso, attrezzando anche qualche area per il tempo libero della terza età e dei bambini, per vivere il paese. Dando anche un sostegno, in termini di sgravi e vantaggi fiscali, alle attività commerciali esistenti e a incentivare quelle che vorranno investire.

Redazione: Sul problema della raccolta differenziata, che ha portato all'aumento del 100% della tassa, come pensate di procedere?

T.Di Vezza: Io sono stato uno degli amministratori che ha creduto alla racolta differenziata, proprio come mentalità di vita, come modo di porsi nei confronti del futuro, differenziare significa rispettare l'ambiente. Il costa della differenziata, fatta come ora e poi non gestita in maniera oculata è lievitato; quando ho avviato e coordinato la raccolta differenziata, fino al 2008, all'epoca la feci con gli stessi fondi di bilancio, facendo una valutazione della spesa storica della racolta rifiuti a Monte San Biagio, cioè con 450/500 mila euro, con costo per il cittadino apri a 0.80 a metroquadrato, mentre a oggi si paga 1.50/1.80. non sono ancora riuscito a capire perfettamente, anche se una spiegazione me la sono data, il perchè di questi aumenti degli ultimi anni; il mancato supporto degli LSU, che negli ultimi periodi non ci sono stati, non regge; fino al 2008 facevano la raccolata porta a porta come si fa tuttora, e l'unica differenza è il miglioramento del parco automezzi, ma quei fondi sono stati  richiesti nel 2006, tramite finanziamenti grazie a leggi Regionali. Oggi il sistema è superato, si sono altre possibilità per continuare a differenziare e raccogliere il rifuto e trattarlo e riciclarlo; va rivisto il ciclo in base alle nuove tecnologie. Per l'abbattimento dei costi bisognerebbe strutturare un bando a rotazione, essendo una delle poche attività che ha creato occupazione nel territorio, al momento ci sono una decina di operatori, e per quello che mi riguarda, ogni sei mesi si dovrebbe cambiare la forza lavoro, per dare l'oppurtunità lavorativa a tutti coloro che ne hanno bisogno, perchè ne devono beneficiare soltanto pochi? Bisognerebbe avere anche una gesione oculata del parco automezzi, anche tramite leasing, che permette di avere sempre mezzi nuovi, con una spesa minima, pagando soltanto le spese di carburante e sostituirli quando hanno bisogno di continua manutenzione.

Redazione: Avete in programma qualche iniziativa per aiutare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro?

T.Di Vezza: L'ammnistratore deve essere un manager, non deve solo occuparsi della gestione ordinaria, deve anche tenere rapporti con il modno circostante per capire come realizzare occupazione nel territorio. Per creare occupazione bisogna rendere edotta la cittadinanza che le cose del bene collettivo sono a disposizione del cittadino; noi abbiamo grandi risorse, la sughereta, i terreni dell'ex cooperativa, il lago, il nostro stupendo clima, e dobbiamo puntare ad un certo tipo di turismo, non quello d'elite, come Sperlonga e San Felice, ma dobbiamo puntare ad un turismo che porta un rientro economico. Una delle cose a cui abbiamo pensato è la creazione di un impianto produttivo nella terra dei 24 ettari della ex cooperativa, quasi tutti pianeggianti, per creare e istituzionalizzare un impianto di trasformazione dei nostri prodotti, come il vino moscato; chiaramente l'investore dovrà anche occuparsi della commercializzazione del prodotto. Insieme a questo impianto anche la trasformazione delle olive, ripristinando qnche quei terreni che sono a rischio idrogeologico, perchè le piante di ulivo rinsalderebbero anche il terreno; incentivando la coltivazione, e questo porterebbe lavoro indotto sul territorio di trasformazione. Realativamente alla Sughereta e a Campo Marinello, grazie all'ex plesso scolastico, si potrebbe creare una residenza per anziani, sfruttando un accordo di programma con un serio investitore, per iniziare un attività che oltre a creare occupazione, grazie alla mensa, agli ambulatori, diventerebbe anche di supporto per il territorio, come struttura sanitaria adeguata, può essere sicuramente d'aiuto al territorio. Un altro passo importante potrebbe essere la creazione di una struttura per la ricezione di camper e roulotte, da creare nelle zone f3 e f4, per la realizzazione di impianti turistico ricettivi, sia a gestione pubblica da contrapporre alla gestione privata.

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