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Monte San Biagio e Area Wilderness: Come si poteva evitare il “costoso” Parco degli Ausoni

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<<Territorio pieno di risorse dimenticate, di ricchezze straordinarie, di un paesaggio storico naturale e un patrimonio culturale da tutelare e sfruttare>>, così esordisce Biagio Rocco Di Pinto, Delegato Provinciale della Wilderness, associazione ambientalista nata in America nei primi decenni del 1800 e diffusasi subito dopo in tutto il resto del mondo. Secondo il pensiero del suo fondatore, Aldo Leopold, cacciatore e ancora oggi considerato il massimo ambientalista, l’associazione conserva e considera la natura patrimonio spirituale dell’uomo, nel rispetto della flora e della fauna.

Nel 1999, l’Amministrazione Comunale di allora, con un’apposita delibera consigliare, istituì sul territorio locale la più estesa area Wilderness della Regione Lazio. Già in quel tempo si pensò di tutelare questo patrimonio culturale. <<Istituire un’area Wilderness non ha costi- prosegue Di Pinto- e allo stesso tempo ci si impegna a lasciare il territorio com’è nelle sue forme più selvagge e misteriose, non privando i cittadini di continuare a fruire di quelle attività come il pascolo, il raccolto legnatico, la caccia e la pesca che già, regolamentate, non provocano turbamenti all’ecosistema>>. Queste attività ben gestite possono, come avviene in altre regioni non molto distanti come la Toscana, creare e portare economia al paese. Infatti, sfruttando l’attività venatoria nei giusti modi e nei giusti tempi, si potrebbe arricchire l’ economia locale. La stessa cosa vale per l’esercizio della pesca e lo sfruttamento delle acque lacuali, di cui lo stesso Delegato Provinciale lamenta il mancato esercizio per via dell’ avvento del Parco: << Molti sono i vincoli, tanti sono i divieti imposti dal Parco però sorge strano che in uno degli “specchi” lacustri più belli del Lazio, com’ è il lago di Fondi, dove è vietato da regolamento navigarlo con imbarcazioni a motori superiori a sei cavalli, si va poi a permettere , invece, a “bombardieri d’acqua” di planare sullo specchio d’acqua per utilizzare la stessa in esercitazioni antincendio. È un controsenso perché ogni qualvolta che un gigante del cielo, come un canadair, si eserciti in questo modo, provoca spostamenti d’acqua che vanno ad infrangersi sulle già fragili sponde causando distruzioni di covate di animali palustri. Monte San Biagio con un’area già istituita nel “99 poteva, anche senza l’ausilio del Parco, sfruttare e utilizzare le risorse del territorio, possibili fonti di guadagno per la popolazioni, magari anche mediante la creazione di aziende faunistiche ed agriturismi ecocompatibili, valorizzando, di conseguenza, i prodotti tipici locali>>.

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