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Monte San Biagio, frazione di Vallemarina: Pozzi “neri” e rete fognaria inesistente

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E pensare che i primi ad utilizzare le fogne furono gli attuali Pakistani all’incirca nel duemila a.c. . Sono passati quattromila anni e purtroppo, in una realtà all’avanguardia e industrializzata come la nostra, non tutti ancora godono di questo servizio di fondamentale importanza.

Questo è proprio quello che succede a Vallemarina in quanto quasi tutta l’intera vallata, ad eccezione di zone come i chivi e 110, risulta sprovvista di una rete fognaria così  ogni singola famiglia ha per la propria abitazione un pozzo “nero” dove scarica i liquami.

Purtroppo è inutile nascondere che molte volte questi pozzi non sono stati costruiti con il massimo della professionalità, e quindi liquami e detersivi si disperdono nell’ambiente circostante o in fossati di irrigazione. C’è chi poi, pensando di essere più furbo con la speranza, forse, di risparmiare, non provvede neppure alla costruzione di un pozzo privato ma fa confluire tutto nei fossati, inquinando l’ambiente e provocando odori tossici e sgradevoli.

Con l’aumentare della popolazione e la progressiva urbanizzazione del territorio, il problema si fa pericoloso, tanto che da analisi fatte su delle falde acquifere risulta un inquinamento da batteri anaerobi, soprattutto per via di sostanze nocive come metano, ammoniaca e idrogeno solforato, derivanti da reflussi di origine domestica ad elevato carico organico e dall’uso di detersivi industriali, nonché di fertilizzanti e pesticidi (erbicidi, insetticidi e fungicidi).

Queste osservazioni portano verso un’unica direzione: ad oggi, tutta la vallata è fuori da qualsiasi logica di protezione delle risorse idriche. Si rischia in questo modo di far confluire nella rete generale di Acqualatina delle particelle batteriche inquinanti, con conseguente pericolo di diffusione di patologie infettive tra la popolazione.

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